Probabilmente hai appena messo online il tuo sito web o semplicemente sei il proprietario di un business e vorresti trarne più profitto avendo maggiore visibilità.

Facendo qualche ricerca sarai venuto a conoscenza della Search Engine Optimization, però siamo onesti: la SEO non è una cosa facile.

Bisogna studiare molto e rimanere aggiornati costantemente.

Oggi però imparerai 9 tecniche SEO semplici che aiuteranno molto il tuo sito web ad acquisire trust agli occhi di Google.

Infatti, in questo articolo, ti illustrerò 9 metodi molto efficaci, che ti aiuteranno a ottimizzare il tuo sito web e iniziare la scalata verso la posizione numero 1 di Google.

Grazie a queste tecniche non avrai bisogno di contattare un’agenzia SEO, ma potrai fare tutto “fai da te”.

Iniziamo a vedere nel dettaglio queste tecniche SEO white hat.

Indice

  1. Parole clickbait
  2. Keywords correlate
  3. Keywords suggerite
  4. Bounce rate
  5. Annunci Google Ads
  6. Aggregatori di notizie
  7. Pagine di risorse
  8. Articoli ricchi di informazioni
  9. Posizionarsi al difuori dei risultati organici
  10. Il potere dei multimedia
  11. Conclusione

Parole clickbait

Prendiamo in esame un caso studio per capire meglio come funziona la SEO.

Il SEO Specialist Ross Hudgens ha condotto un esperimento.

Ha analizzato 7.900 pagine web che occupano la prima posizione nella SERP di Google.

Quello che ha notato è che queste pagine utilizzano particolari termini nel loro title tag. Questi termini sono chiamati (spesso in modo negativo) clickbait e hanno la capacità di attirare l’attenzione dell’utente aumentando così il CTR.

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Come è vista questa cosa agli occhi di Google?

Detto in modo semplicistico, quando un risultato presente nella SERP riceve molti click, Google tende a vederlo come rilevante e quindi alza il suo rank (attenzione: l’ho fatta molto semplice).

Ciò che si vuole evidenziare in questa analisi è il fatto che certi termini tendono ad attrarre i click più di altri e, siccome le pagine che li usano nel title tag ricevono un maggior numero di click, allora ottengono un posizionamento migliore.

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Keywords correlate

La tecnica SEO numero 2 che vado a illustrarti, serve per trovare parole a coda lunga (long tail keywords) grazie alle ricerche correlate di Google.

Vediamo subito come fare.

Per prima cosa digita la tua keyword nella barra di ricerca di Google, dopodiché scrolla fino alla fine della pagina dei risultati.

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In questa sezione Google mostra parole che sono strettamente correlate a quella che tu hai digitato ed essendo esse scelte proprio da Google, le rende ottime long tail keywords per te da usare come target.

Semplice no?

Ovviamente puoi ripetere il processo ogni volta che vuoi e con qualsiasi tipo di keyword.

Keywords suggerite

È il momento della tecnica SEO numero 3 che consiste nell’usare uno strumento molto potente che Google ci mette a disposizione.

Si tratta di Google Suggest.

Non molti sanno che si chiama così, ma altri non è che quella funzione di Google che ci permette di avere un elenco di parole suggerite quando digitiamo una parola nella barra di ricerca.

Questa è un’ottima risorsa dove trovare idee per long tail keywords però presenta un unico difetto: lo conoscono tutti!

Per questo ti consiglio di utilizzare risorse che sono sì conosciute, ma non utilizzate per tale scopo.

Mi riferisco a YouTube, Wikipedia, Amazon e anche Bing ad esempio.

Supponiamo di voler scrivere un articolo sulla dieta Paleo ma non abbiamo una keyword di riferimento.

Invece di digitare “paleo diet” in Google, prova a fare una ricerca su YouTube. Grazie al suggest di YouTube troverai un nuovo set di keyword suggerite.

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Allo stesso modo, prova a fare una ricerca in Bing. Sarai sorpreso da quante nuove idee troverai.

Bounce rate

Proseguiamo con la tecnica SEO numero 4, ovvero come diminuire il bounce rate.

Prima di proseguire facciamo chiarezza.

Il bounce rate è la percentuale di utenti che clicca sul tuo sito web nei risultati di ricerca di Google e successivamente (in un tempo molto breve) clicca il pulsante per tornare indietro.

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Per Google questo è un chiaro segnale che la ricerca fatta dall’utente e il risultato selezionato non sono abbastanza pertinenti. Questo vuol dire che, pagine web con un bounce rate molto basso per determinate keywords, tendono a posizionarsi più in alto rispetto a quelle con un bounce rate più alto.

Di solito le pagine con un basso bounce rate hanno un contenuto più lungo e dettagliato in modo da offrire all’utente tutte le informazioni che sta cercando, aumentando così il tempo di permanenza sulla pagina.

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Ti consiglio quindi di migliorare il contenuto delle pagine con un bounce rate alto, cercando di fornire più informazioni possibili ai tuoi utenti. Questo può migliorare notevolmente il conversion rate e aiutarti lato SEO grazie ad un posizionamento migliore.

Annunci Google Ads

Nel consiglio numero 5 ti voglio illustrare come ottimizzare il CTR (click through rate) usando gli annunci di Google Ads.

Ti ho già illustrato il motivo per cui un CTR più alto può migliorare il posizionamento di un sito web.

Ora ti farò vedere un ottimo modo per dare un boost al CTR e basterà prendere in considerazione gli annunci di Google Ads (ex Google AdWords).

Per chi non ne fosse a conoscenza, Google Ads è la piattaforma di advertising di Google e altro non è che un meccanismo di aste. Ovviamente anche in questo caso ho semplificato estremamente.

Quello che è importante sapere è che Google Ads prende in considerazione il CTR degli annunci per stabilire un prezzo al click ricevuto. Un CTR più alto si traduce in una diminuzione di CPC (cost per click).

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Per questo motivo la maggior parte degli annunci che visualizzi nella SERP di Google è ottimizzata per massimizzare i click. Quindi perchè non utilizzare i testi degli annunci per scrivere titoli e descrizioni più performanti?

Ecco come fare.

Fai una ricerca in Google per la keyword che ti interessa e controlla gli annunci di Google Ads posti all’inizio e alla fine della prima pagina della SERP.

Guarda qui parole vengono utilizzate di più per attirare l’attenzione degli utenti e usale nei tuoi titoli e nelle descrizioni. Questo ti aiuterà ad aumentare il CTR. Semplice no?

Aggregatori di notizie

Siamo arrivati alla tecnica numero 6 ed è ora di parlare di link building.

Uno dei fattori che più incide sul posizionamento di un sito web è il numero di link che ha in ingresso. Nella SEO ci si riferisce ad essi come backlink.

Quando un sito web inserisce nel suo contenuto un link all’URL di una pagina web al difuori del suo dominio, quest’ultima ottiene un backlink.

Oggi ti voglio illustrare una tecnica chiamata link roundups.

I roundups sono quelli che si chiamano aggregatori di notizie.

Scrivendo contenuti veramente dettagliati e che soddisfino il bisogno d’informazioni dell’utente potresti avere l’opportunità di vedere il tuo articolo pubblicato in uno di questi aggregatori.

Ecco come fare.

Per prima cosa devi cercare un aggregatore facente parte del tuo settore di riferimento e per fare ciò ti basta eseguire una ricerca su Google utilizzando queste parole:
– “keyword” + “link roundup”
– “keyword” + roundup
– “keyword” + “best of”
– “keyword” + this week

Fatto ciò avrai sicuramente trovato molti risultati che fanno al caso tuo e sono in linea con gli argomenti trattati dal tuo sito web.

Il passo successivo è quello di entrare in contatto con chi gestisce il sito che hai selezionato e proporgli il tuo articolo come valore aggiunto.

La parte migliore di questa tecnica è che non solo puoi ottenere un link, ma che l’anchor text di questo link di solito è il titolo dell’articolo stesso, quindi conterrà la tua keyword di riferimento senza essere visto da Google come exact match con il rischio di sembrare spam.

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Pagine di risorse

Mentre parliamo di link ti illustro la tecnica numero 7, la resource page link building.

Questa strategia è simile a quella vista nel punto 6 ma con una sostanziale differenza. Mentre gli aggregatori riportano notizie inerenti ad un argomento, le pagine di risorse riportano sì notizie inerenti ad un argomento, ma non tutte, solo le migliori.

Ora ti spiego come fare.

Proprio come fatto precedentemente devi andare su Google e utilizzare queste chiavi di ricerca:
– “keyword” + “resource page”
– “keyword” + “resources”
– “keyword” + “recommended sites”
– “keyword” + “links”

Quando avrai trovato una pagina facente parte del tuo settore, non ti resta che contattare il proprietario e portare alla sua attenzione il tuo contenuto. Non c’è bisogno di chiedere esplicitamente un link, se il tuo contenuto è di qualità sarà anche a suo vantaggio linkarti.

Articoli ricchi d’informazioni

Abbiamo parlato molto di contenuti in questo articolo, quindi è giunto il momento della tecnica “SEO fai da te” numero 8: pubblicare contenuti approfonditi.

Non è un segreto che Google premi di più i contenuti lunghi e con molte informazioni al suo interno, anche relative ad argomenti correlati.

Una volta bastava inserire 4 o 5 keywords di riferimento nel testo o addirittura ripeterle ossessivamente. Adesso la musica è cambiata e, anche se le keywords aiutano sicuramente a migliorare il posizionamento, adesso Google tende a premiare i contenuti che contengono più informazioni possibili relative ad un argomento.

Facciamo un esempio.

Se volessimo scrivere un articolo su quali sono i SEO tool migliori non ci basterebbe fare un elenco di questi preceduto da un intro con la keyword “i migliori tool SEO” e un outro dove la ripetiamo.

Quello che adesso ci potrebbe permettere di posizionarci al meglio sarebbe scrivere un articolo che elenca i migliori tool SEO sul mercato ma che poi entra nel dettaglio di ognuno, spiegandone le caratteristiche, il funzionamento, a quale prezzo viene proposto etc.

Una vera e propria recensione con tanto di tutorial sull’utilizzo sarebbe un contenuto veramente prezioso e con tutta probabilità si posizionerebbe tra i primi risultati di ricerca.

È senza dubbio un lavoro che richiede molto tempo ma il risultato è quasi garantito.

Posizionarsi al di fuori dei risultati organici

Siamo giunti all’ultima tecnica SEO di questo articolo, la numero 9.

Presta attenzione alla SERP di Google.

Come avrai notato il motore di ricerca ha aggiunto molte più cose ai risultati di ricerca oltre ai link blu.

Adesso sono presenti risultati come il Knowledge Graph, i Featured Snippet, i Rich Snippet, i risultati video, quelli shopping e sì, anche più annunci testuali.

Perchè questo è importante?

Di solito le persone scelgono le keywords in base a due cose: volume e competizione nella prima pagina.

Questo però senza tenere conto che le nuove features presenti nella SERP possono sottrarre click ai risultati organici, anche a quello in posizione numero 1.

Prendiamo come esempio la keyword “perdere peso”.

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Come potete vedere Google visualizza annunci shopping, annunci testuali, una sezione sulle notizie principali, i video di YouTube correlati alla keyword scelta e una sezione di ricerche correlate di libri sulla dieta.

Eccole in dettaglio:

  • annunci shopping

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  • annunci Google Ads

  • notizie correlate

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  • video correlati

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  • ricerche correlate

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Per la presenza di tutte queste features, secondo i dati di Ahrefs, solo il 44% delle persone clicca un risultato organico ed è per questo che a volte non serve cercare di posizionarsi tra i primi risultati organici per certe keyword, ma sarebbe meglio usare come target delle keywords che hanno un volume di ricerca più basso ma un’alta probabilità di entrare a far parte di queste nuove features.

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Il potere dei multimedia

Prima di salutarci vorrei darti un ultimo consiglio bonus.

Fai ampio utilizzo dei multimedia come video, immagini e grafici.

Uno studio fatto da Skyword ha messo in evidenza come il 94% dei contenuti con all’interno almeno una immagine avessero un rank migliore di quelli senza.

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Detto questo, assicurati di aggiungere sempre qualche multimedia ai tuoi contenuti, siano essi immagini o video.

Per utilizzare al meglio i multimedia ti consiglio di leggere la guida su come utilizzare e inserire le immagini sul sito di Nicole Curioni.

Conclusione

È tutto per questo articolo sui 9 consigli “SEO fai da te” per far aumentare la propria visibilità su Google.

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Ora la parola a te.

Quale di queste tecniche ti interessa applicare per prima?

Un saluto e al prossimo articolo!

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