Per questo articolo ho avuto il piacere di intervistare Valentina Pacitti, copywriter e blog editor per SEMrush Italia.
Vedremo brevemente qual’è il suo background e quale percorso l’ha portata a far parte del team di uno dei blog italiani più autorevoli nel mondo della SEO e del Web Marketing in generale.
Ma non solo.
Le ho chiesto il suo parere riguardo due strategie che molto spesso, chi investe nella propria attività online, tralascia per motivi di costi, tempo o perchè non vede un ritorno economico immediato.
Sto parlando di:
- SEO (leggi perchè è importante fare SEO)
- Content Marketing (leggi come trovare idee per creare nuovi contenuti)
Queste due attività, se combinate, sono in grado di ottenere il ROI più alto di ogni altra attività (ritorno sull’investimento).
È vero, richiedono tempo e un investimento iniziale se si affida il compito ad un SEO Specialist esterno all’azienda, ma nel tempo generano traffico organico e quindi leads gratuiti anche terminata l’attività.
Ma sentiamo cosa ne pensa Valentina!
Domande:
1. Qual è il tuo background e di cosa ti occupi?
2. Perché, secondo te, investire sulla SEO è importante?
3. Qual è la strategia SEO più efficace per chi non ha un grosso budget da investire?
4. Riguardo al content marketing: è vera la frase quality over quantity?
5. Come trovi le idee per creare nuovi contenuti?
6. Qual è la parte più difficile del tuo lavoro?
7. Qual è, invece, la parte più bella del tuo lavoro?
Qual è il tuo background e di cosa ti occupi?
Oggi sono copywriter e blog editor di SEMrush Italia.
Il mio background è fatto di tante esperienze diverse, che mai avrei pensato mi avrebbero portato sul cammino che percorro oggi, ovvero la comunicazione online. Guardandomi indietro vedo tanta confusione, un tratto che forse è comune alla maggior parte dei Millennials: Internet e i social network hanno sconvolto un po’ i piani di tutti e chi lavora oggi nel web marketing non lo ha certo pianificato 10 anni fa.
Brevemente: dopo un passaggio ben poco stimolante per il liceo scientifico della mia città (gli “opinion leader” della mia famiglia erano certi che la matematica, l’informatica e le scienze in generale potessero condurmi verso una carriera professionale agevole; poi il liceo scientifico era praticamente dietro casa, perché complicarsi la vita?), dicevo, dopo 5 anni a barcamenarmi alla meno peggio tra numeri, stringhe di codice e provette, decido di assecondare la mia passione per le Lettere.
Il mio percorso umanistico comincia all’Università di Parma con un indirizzo di studi dal nome alquanto improbabile – qualcosa tipo “Civiltà letterarie e storia delle civiltà”. Terminato l’excursus tra le fulgide culture del passato, e non sapendo bene come far fruttare le conoscenze acquisite, decido di mettere un po’ di ciccia nella mia formazione. Vado quindi a Milano per seguire un master in scrittura per la tv. Oggi non saprei dire perché ma all’epoca mi sembrava un bel modo di prendere posizione e specializzarmi in qualcosa di concreto. In realtà fu una scelta che poco mi portò sul piano professionale ma che come esperienza resta senza alcun dubbio tra le più affascinanti del mio percorso formativo.
Ma arriviamo alla svolta: io la colloco nel momento in cui mi rendo conto che il web è il futuro e che è lì che devo cercare di farmi largo. Mi iscrivo a un corso di Community management (nel 2011-2012 tutti volevano essere community manager, un po’ la professione-vetrina di tutto il web marketing). Per complicarmi la vita decido di unire all’esperienza formativa anche quella “culturale” (si diceva così allora, ma probabilmente anche oggi), scegliendo di seguire il corso a Madrid, invece che a Milano.
Non è proprio un successo (capisco senza alcuna ombra di dubbio di odiare i social network e di non avere la pazienza che richiede la professione di community manager) ma inizio a lavorare in start up e piccole aziende spagnole. È così che scopro il mondo degli account manager, delle campagne cpc, cpl e cpa, ma soprattutto comincio a sentir parlare di content marketing e copywriting, una rivelazione per me che cercavo un modo per lavorare nel web marketing senza sacrificare la mia passione per la comunicazione!
Perché, secondo te, investire sulla SEO è importante?
Perché i consumatori oggi sono attenti e consapevoli e non si lasciano più dirigere dalle aziende nelle loro scelte. La democratizzazione del web, la diffusione capillare di wi-fi e adsl, il sistema delle recensioni e i social hanno trasformato le persone da soggetti passivi a protagonisti attivi, che cercano le proprie risposte e comprano solo ciò che li convince.
“La SEO non è certo gratis ma è molto più accessibile rispetto ad altre forme di promozione come la pubblicità”
Questo, per le aziende, rappresenta da una parte una grande sfida: devono capire cosa vogliono i loro potenziali clienti e comunicare di possedere la soluzione perfetta per i loro problemi; dall’altra è una enorme opportunità, soprattutto per le aziende più piccole che non potrebbero mai permettersi roboanti campagne pubblicitarie: grazie alla SEO, infatti, e con un buon lavoro di analisi delle buyer personas, di copywriting e di ottimizzazione del proprio sito web, chiunque può arrivare sulla prima pagina di Google ed essere trovati dall’utente giusto che non aspetta altro che un’azienda che legga nel suo cuore (o forse dovremmo dire nella sua pancia, ma sarebbe un po’ meno poetico) e gli proponga un prodotto o un servizio che soddisferà i suoi bisogni di consumatore.
La SEO non è certo gratis ma è molto più accessibile rispetto ad altre forme di promozione come la pubblicità (sia sui media tradizionali che moderni). Non solo: la SEO mette in moto un circolo virtuoso per cui, se sei onesto e trasparente con i clienti e diligente sul piano tecnico, ovvero curi il tuo sito con costanza, guadagnerai la stima di Google. A cosa ti serve l’approvazione di un motore di ricerca? Semplice, a guadagnare una certa autorità che ti faciliterà l’entrata nelle serp che per te hanno più valore, aumentando le tue possibilità di raggiungere il tuo target e quindi di vendere i tuoi prodotti o servizi.
Qual è la strategia SEO più efficace per chi non ha un grosso budget da investire?
Dipende molto dal settore in cui si opera e dal target a cui ci si rivolge. Un hotel a gestione familiare che cerca di farsi largo nell’affollato mondo della ricezione turistica ha davanti a sé una sfida molto diversa da chi si trova in una piccola nicchia e vende un prodotto molto specifico, penso ad esempio a chi vende cibo biologico per cani di razza Akita.
“L’esperienza dell’utente determina il successo di un’azienda sul web”
A prescindere dai grandi budget, comunque, che mettono in condizione di sviluppare attività SEO più complete e richiedere consulenze più specifiche, il mio consiglio per qualunque azienda che decide di investire sul traffico organico è quello di mettersi sempre nei panni dell’utente medio, quello che consulta Google con le domande più assurde, che passa freneticamente da un sito all’altro e che non ha tempo di leggere papiri in stile “Cent’anni di solitudine”.
L’esperienza dell’utente determina il successo di un’azienda sul web: se il tuo sito è tecnicamente preparato ad ospitare l’utente e a rendere piacevole tutto il tempo che passerà nella tua “casa”, lo mette a suo agio usando le parole giuste, chiare e precise, e lo guida in modo risoluto in un percorso pensato appositamente per lui, non c’è alcuna ragione per cui l’utente non vorrà diventare cliente (magari fedele!) dell’azienda.
Crea il tuo sito per i clienti che sono lá fuori, non per il tuo ego. Questo è un consiglio che non richiede grandi budget per essere ascoltato e messo in pratica.
Riguardo al content marketing: è vera la frase quality over quantity?
Credo proprio di sì. Privilegiare la qualità del lavoro, rispetto a quello che è solo un numero significa scegliere un modo di fare le cose più attento, meditato, e far convergere tutte le energie, le conoscenze e soprattutto l’ispirazione (che per chi scrive contenuti è fondamentale!) in un unico post, invece che disperdere la creatività in 3, 5, 10 post a settimana sul blog o sull’account Instagram.
“Domanda e offerta di contenuti non crescono allo stesso ritmo”
Ma pensiamo anche a chi ci deve leggere: ogni giorno vengono pubblicati circa 5 milioni di blog post e 80 milioni di foto su Instagram (vedi le Statistiche di Internet in tempo reale). Sono cifre pazzesche che ci mettono davanti ad una realtà: siamo in una situazione di content shock. Creare contenuti è sempre più facile e veloce, ma le persone hanno sempre meno tempo a disposizione per leggere tutto quello che il web propone loro. Domanda e offerta di contenuti non crescono allo stesso ritmo: l’offerta cresce in modo vertiginoso e la domanda resta quasi piatta. Le persone non leggono più con attenzione perché hanno troppi stimoli a cui prestare attenzione, e questo rende inefficace la creazione di contenuti secondo un principio di quantità.
Secondo la teoria del content shock, arrivati al punto di saturazione tra offerta di contenuti e domanda, creare contenuti diventerà inefficace. Ecco allora che chi sarà in grado di far fruttare il tempo dell’utente con contenuti di qualità, precisi e utili, riuscirà a conquistarlo e a farne un lettore fedele.
Come trovi le idee per creare nuovi contenuti?
Alla base di qualsiasi strategia di content marketing deve esserci una conoscenza approfondita del pubblico a cui si vuole parlare e uno studio preciso e costante delle proprie buyer personas (perché nel tempo vanno aggiornate). Così trovare gli argomenti giusti per creare un piano editoriale efficace diventa più facile.
Leggere blog autorevoli aiuta a restare sempre informati sulle tendenze del proprio settore e ad aprire la mente a possibili connessioni relazionate con il proprio business. Frequentare i forum, piattaforme come Quora e i gruppi tematici su Facebook è invece un ottimo modo per capire cosa interessa di più al pubblico per cui si scrive (e anche in che formato, dettaglio non indifferente!).
Tra gli strumenti che uso quotidianamente per sondare il terreno e reperire idee ci sono Topic Research e Keyword Magic Tool di SEMrush.
La ragione per cui ho progressivamente integrato questi strumenti nella mia routine quotidiana, è che mi permettono di risparmiare una gran quantità di tempo: invece di consultare decine di siti, blog e forum mi basta inserire l’argomento su cui ho un’intuizione o la keyword che mi interessa e questi strumenti recuperano per me, in pochi minuti, tutte le informazioni esistenti sul web.
Topic Research mi dice subito quali sono i contenuti che occupano le posizioni più alte delle serp, i titoli più popolari, i volumi di ricerca e le ricerche correlate alla parola che ho inserito.
Keyword Magic Tool, invece, mi restituisce un elenco di migliaia di parole chiave correlate alla keyword che inserisco, suddivise per gruppi, così a colpo d’occhio posso capire subito quali sono gli argomenti che interessano di più agli utenti. In particolare il filtro “Domande” di questo strumento è utilissimo perché mi fa vedere tutte le domande fatte su Google con la parola chiave che mi interessa. In questo modo è un attimo mettere in calendario la creazione di articoli specifici per trattare questioni concrete su cui le mie buyer personas possono star cercando un approfondimento.
Per conoscere tutti gli strumenti che SEMrush mette a disposizione dei blogger consiglio di leggere questa pratica guida.
Qual è la parte più difficile del tuo lavoro?
Il blog di SEMrush è, per scelta, una piattaforma multi-autore. Questo perché volevamo creare uno spazio aperto in cui fomentare la formazione nell’ambito del web marketing.
Sono centinaia gli esperti italiani che hanno scritto un contributo sul blog di SEMrush dal giorno della sua apertura nel 2015. Io mi occupo di trovare gli argomenti dei blog post, contattare gli esperti che considero idonei per sviluppare la tematica o raccontare un caso studio, creare il piano editoriale e poi ovviamente fare editing sui testi che ricevo.
Tutte queste attività richiedono una grande organizzazione perché bisogna trovare il momento giusto per proporre a un professionista di scrivere un guest post, far quadrare le esigenze di pubblicazione del blog con gli impegni dell’esperto, mettere in conto imprevisti e ritardi di consegna. Con il tempo ho imparato che è meglio avere sempre un piano b se non vuoi ritrovarti all’ultimo con un bel buco nel tuo calendario editoriale.
Credo sia proprio questa l’attività più difficile del mio lavoro, non tanto perché sia complicato di per sé, ma perché ci sono molte variabili in gioco, la maggior parte delle quali non dipendono da me.
Qual è, invece, la parte più bella del tuo lavoro?
La parte più bella sono indubbiamente le relazioni umane che si creano a partire dalle collaborazioni professionali. Non sempre è possibile trasformare le conversazioni online in chiacchierate offline ma questo, a mio parere, non toglie valore alle connessioni che si stabiliscono e che a volte sono molto più concrete di un incontro faccia a faccia.
Conclusione
Queste sono le opinioni di Valentina, la quale ringrazio tantissimo per aver contribuito a quella che spero diventerà una serie di interviste a persone di spessore nel mondo della SEO e del Web Marketing.
Se vuoi approfondire i motivi per cui fare SEO è importante per ogni tipo di attività online, leggi questo articolo.
Se l’intervista ti è piaciuta, condividila sui tuoi social preferiti oppure lascia un commento che racconta la tua esperienza con la SEO (sia come professionista che come cliente).
A presto!
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